Terapia del Dolore, Firenze, Scandicci e dintorni
Trattamento psicologico e psicoterapia del Dolore Cronico e Acuto. A cura del Dr. Massimiliano Zisa, Ipnotista, Psicologo, e Psicoterapeuta a Firenze.
Tuesday, January 18, 2011
Ipnosi e dolore: come viene trattata ?
Wednesday, November 10, 2010
Cos'è il dolore
E’ un fenomeno che riguarda tutte le età ed è troppo spesso trascurato perché poco conosciuto.
Esistono due diversi tipi di dolore:
- il dolore come sintomo (momentaneo e transitorio)
- il dolore come malattia (continuato e perdurante nel tempo).
Il dolore sintomatico è una condizione transitoria che volge a termine in poche settimane. Può capitare che il dolore invece perda il suo significato di segnale di allarme diventando una vera e propria malattia o condizione permanente.
Tale condizione può essere duratura finendo con il persistere per mesi o anni.
Questo è il dolore patologico (inteso come condizione perdurante, come una malattia) i meccanismi che producono e mantengono la sofferenza nel tempo sono molto complessi ed anche le conseguenze psicologiche diventano rilevanti e possono influenzare il risultato della terapia.
Thursday, October 07, 2010
Cervello: l'emicrania modifica aree del dolore anche nei bambini
Tuesday, July 13, 2010
Il dolore di tutti i giorni. Che non si cura
In Italia 200 centri per 12 milioni di malati. Sei mesi per una visita. Emicrania e mal di schiena i più diffusi
Tuesday, June 01, 2010
Dolore: il 30 maggio giornata del sollievo
Sono, infatti, previsi, presso i due istituti romani: proiezione di film, proiezione della partita Italia – Germania 1982, laboratori di pittura, giochi di carte, corsi di make-up al quale parteciperanno anche Hoara Borselli, Maria Grazia Nazzari e Barbara Chiappini nelle vesti di consulenti di bellezza. “Le cure palliative, essenziali a sollevare il paziente dal dolore, non sono sufficienti se non comprese in un progetto di assistenza globale che tenga conto della comunicazione, dell’ascolto, del supporto e dei bisogni inespressi dellepersone malate e dei familiari” continua Bevere.
Molte sono le iniziative promosse dalle Regioni, dalle strutture sanitarie e dalle associazioni di volontariato in tutta Italia: per conoscere quelle più vicine basta visitare il sito internet della Fondazione Ghirotti. Alcune strutture hanno organizzato eventi e incontri già nei giorni precedenti a domenica.
Immagine tratta da: Rai.it
Thursday, April 15, 2010
Vincere il mal di schiena a parole
La terapia cognitivo comportamentale efficace per un anno. Eliminando la paura di muoversi
Tratto da: Corriere della Sera
MILANO - «Intendiamoci, non stiamo parlando di psicoterapia né stiamo assolutamente dicendo che il mal di schiena è un problema psicologico. Ma il modo in cui i pazienti vi si rapportano può cambiare di molto le cose». Zara Hansem, dell’University on Warwick di Coventry nel Regno Unito mette le mani avanti, prevenendo le critiche che potrebbero venire allo studio a cui ha preso parte e che è stato pubblicato su The Lancet. La ricerca ha evidenziato che la terapia cognitivo comportamentale di gruppo è in grado di ridurre il mal di schiena, sia quello sporadico che quello cronico. Roba da far storcere il naso ai detrattori delle medicine non convenzionali, ma supportata da prove piuttosto forti.
LO STUDIO- I ricercatori hanno arruolato oltre 700 pazienti tra i medici e gli infermieri di famiglia britannici che avevano sofferto di mal di schiena per almeno sei settimane nei precedenti sei mesi. Due terzi di essi sono stati sottoposti a terapia cognitivo comportamentale, un terzo a nessuna specifica terapia. Il trattamento sperimentale, somministrato da psicoterapeuti, infermiere e psicologi opportunamente addestrati, consisteva in sedute di gruppo il cui obiettivo era cambiare i comportamenti e le credenze relativi alla possibilità o meno di svolgere attività fisica per le persone che soffrono di mal di schiena. Rimanere attivi è infatti una delle principali indicazioni contenute nelle linee guida internazionali. E benché interventi come agopuntura, manipolazione osteopatica o ginnastica posturale siano soltanto un appena più efficaci del continuare a svolgere una vita normalmente attiva, questa indicazione è spesso disattesa dai pazienti. Spesso perché timorosi di peggiorare le cose. Cambiare questa credenza e valutare gli effetti degli interventi è stato lo scopo dello studio. I risultati sono stati più che incoraggianti: a 4 mesi dalle sedute i pazienti riferivano benefici analoghi a quelli riportati dalle persone che si sottopongono abitualmente ad agopuntura, manipolazione osteopatica o ginnastica posturale. Tuttavia le cose cambiano decisamente a un anno di distanza, con il netto sorpasso della terapia cognitivo comportamentale (il 59 per cento dei pazienti continuano a non manifestare dolore). Questo intervento, inoltre, costa meno della metà rispetto agli altri.
IN GRUPPO DAL MEDICO DI FAMIGLIA? - Entusiasti i ricercatori, che plaudono alla provata efficacia del terapia. Che è inoltre economica e di facile attuazione. Al punto da sembrare l’uovo di Colombo per un problema - il mal di schiena - che è considerato una delle prime tre fonti di disabilità nei Paesi industrializzati. «Per i medici di famiglia la terapia cognitivo comportamentale sarebbe un’eccellente opzione da mettere in pratica prima di inviare i pazienti a un consulto con lo specialista», si spinge ad affermare Laxmaiah Manchikanti, del Pain Management Center of Paducah in Usa, in un editoriale pubblicato sullo stesso numero della rivista britannica. «In pazienti selezionati - prosegue - essa non richiede consulti o interventi dello specialista, è un trattamento che può essere praticato in uno studio medico ed è economico. Certo, non è una panacea». E, soprattutto, si preoccupa Manchikanti, un intervento così esteso di sanità pubblica «non sarebbe possibile in uno Stato senza Sistema sanitario nazionale come gli Stati Uniti».
Tratto da: Corriere della Sera
MILANO - «Intendiamoci, non stiamo parlando di psicoterapia né stiamo assolutamente dicendo che il mal di schiena è un problema psicologico. Ma il modo in cui i pazienti vi si rapportano può cambiare di molto le cose». Zara Hansem, dell’University on Warwick di Coventry nel Regno Unito mette le mani avanti, prevenendo le critiche che potrebbero venire allo studio a cui ha preso parte e che è stato pubblicato su The Lancet. La ricerca ha evidenziato che la terapia cognitivo comportamentale di gruppo è in grado di ridurre il mal di schiena, sia quello sporadico che quello cronico. Roba da far storcere il naso ai detrattori delle medicine non convenzionali, ma supportata da prove piuttosto forti.
LO STUDIO- I ricercatori hanno arruolato oltre 700 pazienti tra i medici e gli infermieri di famiglia britannici che avevano sofferto di mal di schiena per almeno sei settimane nei precedenti sei mesi. Due terzi di essi sono stati sottoposti a terapia cognitivo comportamentale, un terzo a nessuna specifica terapia. Il trattamento sperimentale, somministrato da psicoterapeuti, infermiere e psicologi opportunamente addestrati, consisteva in sedute di gruppo il cui obiettivo era cambiare i comportamenti e le credenze relativi alla possibilità o meno di svolgere attività fisica per le persone che soffrono di mal di schiena. Rimanere attivi è infatti una delle principali indicazioni contenute nelle linee guida internazionali. E benché interventi come agopuntura, manipolazione osteopatica o ginnastica posturale siano soltanto un appena più efficaci del continuare a svolgere una vita normalmente attiva, questa indicazione è spesso disattesa dai pazienti. Spesso perché timorosi di peggiorare le cose. Cambiare questa credenza e valutare gli effetti degli interventi è stato lo scopo dello studio. I risultati sono stati più che incoraggianti: a 4 mesi dalle sedute i pazienti riferivano benefici analoghi a quelli riportati dalle persone che si sottopongono abitualmente ad agopuntura, manipolazione osteopatica o ginnastica posturale. Tuttavia le cose cambiano decisamente a un anno di distanza, con il netto sorpasso della terapia cognitivo comportamentale (il 59 per cento dei pazienti continuano a non manifestare dolore). Questo intervento, inoltre, costa meno della metà rispetto agli altri.
IN GRUPPO DAL MEDICO DI FAMIGLIA? - Entusiasti i ricercatori, che plaudono alla provata efficacia del terapia. Che è inoltre economica e di facile attuazione. Al punto da sembrare l’uovo di Colombo per un problema - il mal di schiena - che è considerato una delle prime tre fonti di disabilità nei Paesi industrializzati. «Per i medici di famiglia la terapia cognitivo comportamentale sarebbe un’eccellente opzione da mettere in pratica prima di inviare i pazienti a un consulto con lo specialista», si spinge ad affermare Laxmaiah Manchikanti, del Pain Management Center of Paducah in Usa, in un editoriale pubblicato sullo stesso numero della rivista britannica. «In pazienti selezionati - prosegue - essa non richiede consulti o interventi dello specialista, è un trattamento che può essere praticato in uno studio medico ed è economico. Certo, non è una panacea». E, soprattutto, si preoccupa Manchikanti, un intervento così esteso di sanità pubblica «non sarebbe possibile in uno Stato senza Sistema sanitario nazionale come gli Stati Uniti».