I risultati della ricerca - pubblicati sul numero di questa settimana del Journal of Neuroscience - sconfessano l'ipotesi tradizionale secondo cui poche aree cerebrali, fra cui la corteccia somatosensoriale, sarebbero responsabili della localizzazione spaziale del dolore, che invece - come risulta dalle immagini di risonanza magnetica funzionale ottenute da volontari sottoposti a specifici esperimenti - richiederebbe processi complessi strutturati in modo simile a quelli che intervengono nella localizzazione uditiva o visiva.
"Mentri i soggetti stavano valutando la localizzazione spaziale dello stimolo, si è accesa un'intera rete di aree cerebrali", ha detto Coghill. "Stavamo osservando qualcosa di nuovo e diverso: aree che storicamente erano ritenute coinvolte nell'elaborazione degli aspetti emotivi del dolore partecipavano alla sua localizzazione. Questo apre un quadro concettuale completamente nuovo sul modo di pensare gli aspetti spaziali del dolore."
"Il dolore - ha osservato Yoshitetsu Oshiro, altro autore dello studio - non è ancora ben compreso e servono trattamenti migliori. Questo cambiamento di direzione potrà essere importante per indirizzare ricerca e terapie nella direzione giusta." (gg)
Fonte: Le scienze