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Thursday, February 12, 2009

Sì alla cannabis come antidoto al dolore

Ci sono voluti anni per spazzare via dubbi e resistenze, ma finalmente all' ospedale Molinette e in altre tre strutture italiane i malati affetti da tumore in stato avanzato potranno utilizzare la cannabis per combattere il dolore. La sperimentazione parte a dicembre e dieci pazienti selezionati (40 in tutta Italia) parteciperanno allo studio Spray che prevede nove settimane di trattamento. L' obiettivo primario è determinare l' efficacia del dosaggio e verificare quale sia il livello entro il quale il Sativex, il farmaco utilizzato via spray (oromuscosal spray sativex) è ancora efficace in pazienti che soffrono di una patologia neoplastica in fase avanzata. Al termine della sperimentazione il trattamento andrà a regime e dalla prossima primavera le cure saranno accessibili per tutti i pazienti che presentano le caratteristiche richieste. Soltanto alle Molinette potrebbero essere oltre duecento all' anno i malati trattati con cannabinoidi.

La campagna informativa è pronta e viene lanciata attraverso i medici di medicina generale: «Soffre di dolore persistente da cancro nonostante stia assumendo farmaci antidolorifici? Se è così, contatti il suo medico sulla possibilità di prendere parte allo studio Spray». Dopo la bocciatura del comitato etico dell' ospedale Molinette - era giugno del 2006 quando l' organismo presieduto da Alessandro Pileri espresse parere negativo alla sperimentazione aprendo un dibattito che sul fronte opposto ha coinvolto anche il direttore generale Giuseppe Galanzino - è stata la determinazione di Antonio Mussa, primario del dipartimento universitario di chirurgia oncologica, e di Riccardo Torta, primario di psicologia clinica ed oncologica a sbloccare la situazione. Lo studio, che in fase iniziale era nato in sinergia con Roma e Filadelfia, è diventato nel frattempo uno studio multicentrico internazionale e coinvolge adesso 33 strutture negli Stati Uniti, 5 in Canada, 11 in Romania, 9 in Cecoslovacchia, 10 in Sud Africa, 4 in Spagna e 4 in Italia (oltre alle Molinette il Policlinico Umberto I e l' Istituto Regina Elena per i tumori di Roma e l' Istituto nazionale tumori di Milano).

La sfida è misurare le qualità del farmaco (che contiene quantità quasi uguali di Thc, tetraidrocannabinolo e Cbd, cannabinolo) per contrastare sintomi importanti in pazienti affetti da tumore: anoressia, vomito, nausea, perdita di peso, dolore, ma anche ansia e depressione. Tutti disagi da non sottovalutare che le cure finora utilizzati hanno difficoltà a debellare. Il dolore, spiega Mussa (da poco tornato in Europa come parlamentare eletto nelle file di Alleanza nazionale) non è la sola ragione per rivolgersi all' uso di cannabis «gli effetti dei cannabinoidi sull' umore, sul sonno e sullo stress sono aspetti importanti che dovrebbero essere presi maggiormente in considerazione perché se sommati condizionano pesantemente in negativo la qualità di vita dei pazienti».

Gli effetti causati dall' assunzione di sativex, racconta ancora Mussa, saranno ovviamente confrontati con quelli prodotti da un placebo che sarà somministrato ad un gruppo parallelo. L' annuncio dell' avvio della sperimentazione all' ospedale Giovanni Battista è stato dato ieri durante il congresso nazionale della Società italiana tumori dal titolo "I tumori rari e gli eventi rari nei tumori frequenti" organizzato da Sergio Sandrucci, chirurgia oncologica delle Molinette e da Alessandro Comandone, oncologia medica del Gradenigo. Una vetrina importante affrontare il tema delicato e controverso della lotta al dolore con le cure palliative.

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