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Monday, January 29, 2007

Dolore cronico, ginnastica mentale per non sentirlo

Con un po’ di “esercizio” ci si può allenare a sconfiggere il dolore. È quanto dimostrato in uno studio unico nel suo genere diretto dall’anestesista Sean Mackey alla Stanford University School of Medicine. I risultati degli esperimenti sono stati pubblicati sui Proceedings of the National Academy of Sciences e potrebbero rivoluzionare il modo di trattare il dolore.

Con un sofisticato strumento, la risonanza magnetica funzionale per immagini trasmesse in tempo reale (RtfMRI), ed un po’ di esercizi sul pensiero, un gruppo di pazienti affetti da dolore cronico ha sconfitto la propria sofferenza senza farmaci; e non si tratta di effetto placebo, hanno rimarcato gli esperti.

Gli anestesisti hanno arruolato un gruppo di pazienti con dolore cronico usando la RtfMRI per mostrare loro l’attività del loro cervello nella corteccia cingolata rostrale anteriore, regione cerebrale che elabora le sensazioni dolorose. Gli esperti hanno chiesto loro di pensare al proprio dolore come a qualcosa di non completamente negativo, di lavorare sul pensiero del dolore in vari modi, mentre i pazienti guardavano in diretta le immagini del proprio cervello “proiettate” dalla RtfMRI.

Dopo qualche sessione di questo tipo i pazienti hanno cominciato a dominare l’attività del proprio cervello nei centri del dolore, attutendo le proprie sensazioni dolorose. Non si tratta di effetto placebo, hanno rimarcato gli esperti: numerosi gruppi di controllo sono stati utilizzati per escludere questa possibilità. Un gruppo è rimasto fuori dalla macchina per la RtfMRI, un altro, dentro la macchina, non ha ricevuto il feedback dell’attività del proprio cervello, un terzo ha osservato – senza saperlo – aree del suo cervello non legate al dolore, un quarto aree del cervello di un’altra persona. Nessuno di questi soggetti si è dimostrato capace di controllare il livello del proprio dolore.

La RtfMRI è uno strumento di inestimabile valore per questo tipo di studi, ha esclamato Mackey, “senza il quale non saremmo arrivati a questi risultati”. "Potremmo cambiare la vita delle persone", ha aggiunto l’anestesista. "Non sappiamo ancora come ciò avvenga ma è possibile controllare l’attività del proprio cervello e cambiarla lavorandoci su, basta un po’ di allenamento”. Alla lunga il complicato macchinario potrebbe rivelarsi superfluo e le persone in grado di modificare la propria attività cerebrale solo con un po’ di allenamento e senza bisogno di vedere il proprio cervello al lavoro. “Comunque", ha concluso Mackey, "servono altri studi e test prima di poter considerare questo un trattamento contro il dolore cronico".

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