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Psicolife - psicologia e psicoterapia a Firenze

Monday, April 17, 2006

SI SOFFRE ANCHE PER IL DOLORE FISICO DEGLI ALTRI: EMPATIA

Empatia

L’empatia è la capacità di mettersi nei panni degli altri e condividerne gli stati d’animo. Se sino ad oggi si credeva che interessasse solo i sentimenti e le emozioni oggi alcune ricerche hanno evidenziato che la capacità di apprezzare il dolore fisico degli altri è elaborata dalle stesse aree del cervello che noi usiamo per vivere il dolore che percepiamo personalemnte.
Quando giunge uno stimolo doloroso, i segnali viaggiano come una scarica elettrica sino al cervello. Lo stimolo doloroso viene poi tradotto in una risposta che è sia fisica che emozionale.

L’esperimento realizzato dal gruppo di Neuroscienze dell’University College di Londra, diretto da Tania Singer, aveva lo scopo di valutare se ci fossero delle aree del cervello stimolate nella percezione del dolore altrui che fossero sovrapponibili a quelle che si attivano quando è la persona stessa che prova dolore.
Una esperienza che molte madri conoscono bene: quando il figlio è malato o prova un disagio la sensazione dolorosa è altrettanto intensa per loro stesse.
Un gruppo di 16 donne ha ricevuto una scarica elettrica di moderata intensità mentre veniva sottoposta alla Risonanza Megnetica Funzionale (FMRi): l’esame mostrava che nel cervello si attivavano risposte sia nelle aree sensoriali che in quelle emozionali.

La fase successiva dell’esperimento prevedeva che le stesse donne assistessero alla somministrazione di uno stimolo doloroso al loro partner, ma non potessero vederne il viso, in modo che non fossero influenzate dall’espressione sofferente e fosse eliminato il disagio emozionale che deriva dall’assistere al dolore altrui.
Il risultato è stato che le aree del cervello sollecitate dalla seconda parte dell’esperimento erano le stesse di quando il dolore era subito personalmente.
“Lo studio ha evidenziato – spiega Tania Singer – che quando assistiamo al dolore di un’altra persona siamo coinvolti dal punto di vista psicobiologico in meccanismi sovrapponibili ma che l’assenza dello stimolo fisico differenzia solo la risposta legata ai recettori sensoriali”. La valutazione della risposta emozionale ha mostrato che esiste un rapporto diretto tra l’intensità del legame affettivo e la risposta cerebrale-.

Aggiunge Uta Frith, biologa cognitivista che lavora nella stessa università: “per quanto l’esperimento non sia stato completato sugli uomini o su persone che non sono coppie, a mio parere i risultati non cambierebbero. Anche se, ad esempio gli psicopatici, non presenterebbero a mio parere alcuna risposta emozionale perché non sono in grado di provare empatia”.

Secondo la Singer la risposta ‘empatica’ ci rende capaci di forgiare rapporti affettivi come quello madre-figlio con funzioni evolutive perché l’empatia ci permette di comprendere profondamente, facendoci sentire coinvolti, sentimenti come dolore, gioia, rabbia.

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Thursday, April 13, 2006

Dolore Lombare

Aspetti particolari di psicologia del dolore
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Il Dolore lombare e sciatico

TEORIE PSICOLOGICHE

Le teorie esplicative che riconducono a fattori psicologici e socioambientali sono molteplici.

Modello della terapia familiare.

LBP (Low Back Pain) e altre malattie risultano da una disposizione psicologica di quell’individuo in combinazione con 4 caratteristiche transazionali dei suoi familiari:

1) Protezione eccessiva

2) Rigidità

3) Alto coinvolgimento emozionale

4) Paura del conflitto.

Teorie psicodinamiche

Il costrutto si riferisce al modello dell’isteria di conversione: i conflitti intrapsichici sono convertiti in problemi somatici allo scopo di rimanere inconsci. Le lombalgie come le dorsalgie possono essere collegate alla paura di qualche cosa di incontrollabile, di nascosto che simboleggia tutto quello che in noi è incontrollabile.

Modelli comportamentali

Condizionamento Classico.

Uno stimolo neutro viene associato inizialmente con uno stimolo doloroso. Il dolore aumenta la tensione muscolare nell’area affetta e la tensione muscolare aumenta il dolore. La paura di avere dolore porta ad evitare l’attività fisica provocando un aumento della sensibilizzazione. In questo modo si crea un circolo vizioso che fa crescere il dolore e si incrementa l’attenzione alla sua percezione.

Modelli ispirati al Condizionamento Operante

Nel dolore lombare i comportamenti di dolore vengono rinforzati dall’ambiente sociale. Il paziente riceve dei rinforzi positivi in seguito alle sue lamentazioni o al fatto di evitare situazioni spiacevoli o stressanti.

Modello Biopsicosociale (Diathesis-Stress Model)

L’assunzione fondamentale di questo modello è che il CBLP risulta da un’interazione di eventi ambientali con una predisposizione organica. I fattori organici o psicologici predisponenti possono variare da individuo a individuo e comprendono lo stato di salute, la costituzione fisica e la storia relativa a condizionamenti di tipo psicologico. Specifici eventi fisici o psicologici interagiscono con una predisposizione all’accusare il dolore. L’ipotesi suggerisce che un rilevante stress personale possa iperattivare i muscoli nella regione lombare. Inoltre l’incapacità di superare questo stress provoca una attivazione permanente sui muscoli interessati e conseguentemente si riscontra ischemia e dolore.

TERAPIA PSICOLOGICA

Le ragioni che autorizzano la terapia psicologica nel mal di schiena sono strettamente correlate con la Gate Control Theory e con i modelli Comportamentale e Biopsicosociale (Diathesis-Stress Model). Pertanto gli interventi psicologici possono essere focalizzati sia sul sintomo doloroso che sulle strutture cognitive e di apprendimento che mantengono e rinforzano la sintomatologia dolorosa.

Il ruolo dell’intervento psicologico è soprattutto di far acquisire un generale controllo sul dolore , imparare tecniche specifiche di rilassamento e migliorare la qualità di vita del paziente nonostante permanga un residuo di dolore.

Fra le tecniche più diffuse nella terapia del LBP sono da citare le terapie di gruppo, gli approcci strettamente comportamentali, le metodiche cognitive, l’ipnosi, i training di rilassamento con varie metodologie e il biofeedback.

Il Biofeedback nel trattamento del LBP

Il principio fondamentale attraverso il quale si applica il Biofeedback nella terapia del dolore lombare è di aiutare il paziente a essere consapevole del funzionamento del proprio corpo.

Più in specifico i motivi del trattamento con Biofeedback sono tre:

  1. Aiuto nella terapia di rilassamento
  2. Il trattamento è diretto sullo specifico fattore periferico che è associato con il dolore
  3. il BFB è il facilitatore di una terapia veramente psicosomatica poichè il problema del LBP comprende inseparabili e interdipendenti fattori psicosociali e biologici

Programmi di Pain Management

Nel corso di questi programmi I pazienti si sottopongono ad una procedura intensiva che si sviluppa solitamente nell’arco di due-tre settimane secondo un preciso contratto stipulato fra il Centro e il paziente. In questo periodo, dopo una fase iniziale di assessment, si procede ad un lavoro terapeutico multidisciplinare che comprende vari specialisti ed in particolare l’antalgologo, il fisiatra, il terapista della riabilitazione e lo psicologo.

Fattori psicosociali

Il concetto di base è che il risultato del trattamento deve essere visto nel contesto psicosociale in cui il sintomo doloroso si è sviluppato.

Fra i maggiori fattori psicosociali che influenzano la percezione e il mantenimento del dolore lombare figurano:

  1. Stile di vita;
  2. Caratteristiche di personalità;
  3. Stress ed eventi stressanti
  4. Fattori cognitivi
  5. Fattori familiari
  6. Self report
  7. Fattori transculturali
  8. Fattori legati al lavoro

Tuesday, April 11, 2006

Sindrome da Colon Irritabile

Sindrome da Colon Irritiabile

Purtroppo la medicina non è ancora riuscita a trovare una cura efficace per la cura della Sindrome del Colon Irritabile. La cosa più importante resta, dunque, imparare a convivere con i sintomi di questa malattia e non lasciarsi mai prendere dallo sconforto.
Anche se è scontato e nonostante possa risultare quasi ripetitivo e noioso dirlo, è bene ricordare che nulla può sostituire la diagnosi del vostro medico. Quindi mi raccomando con voi tutti affinchè prendiate con il giusto peso ciò che troverete scritto su questo sito.

Nella maggior parte dei casi, potete controllare con successo i sintomi più leggeri del colon irritabile imparando a controllare lo stress e cambiando la vostra dieta e, soprattutto, il vostro stile di vita (l'attività fisica può essere di grande aiuto).
Ma se i vostri sintomi sono moderati o severi, potreste avere bisogno di un aiuto ulteriore.

Per i sintomi moderati il vostro medico può suggerirvi di arricchire la vostra alimentazione con dei supplementi di fibra quali lo psyllium o la metilcellulosa così come può prescrivervi farmaci antidiarroici (OTC) quali ad esempio la loperamide (Imodium, Lopemid, Dissenten) per combattere la diarrea o lassativi per il controllo della costipazione. In alcuni casi, potrebbe consigliarvi degli anticolinergici (antispasmina colica) che, interessando determinate attività del sistema nervoso, alleviano gli spasmi dolorosi dell'intestino.

Se i vostri sintomi includono il dolore e la depressione, invece, il vostro medico può suggerirvi un antidepressivo triciclico o un inibitore selettivo del reuptake della serotonina (SSRI). Questi farmaci contribuiscono ad alleviare la depressione così come inibiscono l'attività dei neuroni che controllano l'intestino.
Per la diarrea e il dolore addominale, sono indicati gli antidepressivi triciclici quali l'imipramina e l'amitriptilina. Gli effetti collaterali di queste sostanze includono, normalmente, insonnia, nausea, bocca asciutta e costipazione (a volte però gli effetti collaterali possono essere ben peggiori). Gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina quali la fluoxetina (principio attivo del famoso Prozac) o paroxetina, al contrario, possono aiutare in caso di depressione, dolore addominale e costipazione.
Non sempre i farmaci del SSRIs risultano efficaci.

E' opportuno tenere in buona considerazione anche le medicine alternative (omeopatia e medicina cinese in modo particolare) e la psicoterapia che aiuta non soltanto a modulare le risposte psico-corporee ma anche a rendere meno aggredibile le pareti gatrointestinali allo stress. Per controllare l'ansia , infine, possono aiutare le tecniche di rilassamento tra cui vale la pena citare il ipnosi, il training autogeno e la mediatazione

Tratto da: www.sindromecolonirritabile.org
per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito e di contattare i loro specialisti

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Tumore al seno

Sensibile all’ormone. E cioè...

E’ sempre più difficile parlare di cancro della mammella senza parlare di ormoni, in parte perché una delle conseguenze della terapia sostitutiva più citata, e spesso anche a sproposito, era proprio l’aumento del rischio relativo di questa malattia (un 35-40% in più), in parte perché alcuni dei farmaci oggi più spesso impiegati sono sostanze che interferiscono, in modo diverso, con i meccanismi ormonali. E, giova specificarlo, quando si parla di ormoni si parla di estrogeni e progestinici. Un dato da tenere presente è che, nelle donne in post-menopausa colpite dal tumore, si riscontrano, nel tessuto mammario, livelli di estrogeni molto superiori alla norma e superiori comunque a quelli degli estrogeni circolanti (ovviamente, visto che la produzione ovarica non c’è più) prodotti principalmente dal tessuto adiposo. Inoltre, il 70% dei tumori alla mammella è definito ormonosensibile, e lo si stabilisce dalla presenza nelle cellule neoplastiche dei recettori per gli estrogeni (ER).
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Monday, April 10, 2006

Cefalea e identità di genere

La cefalea colpisce in genere più le donne che gli uomini. Questa affermazione è vera soprattutto per l'emicrania, malattia che colpisce il 18% delle donne.

Fino ai dodici anni bambini e bambine ne soffrono allo stesso modo. Subito dopo la pubertà l'incidenza della malattia sale nel sesso femminile fino a diventare tre volte superiore rispetto a quello maschile. Durante il periodo riproduttivo della donna (cioè dalla pubertà alla menopausa) l'emicrania affligge addirittura 1 donna su 4. Poi, dopo la menopausa l'intensità e la frequenza dell'emicrania tendono a ridursi ed in taluni casi la malattia scompare del tutto. Bastano questi dati sommari per dimostrare come il ciclo ormonale femminile rappresenti una variabile importante nella storia naturale dell'emicrania.

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Thursday, April 06, 2006

Asma

Asma

Identificata dai ricercatori statunitensi una proteina con una funzione cruciale nello sviluppo di una crisi asmatica.

La ricerca ha preso in esame i processi che scatenano l'asma a partire dal ruolo dell'interleuchina 13 (IL-13), proteina gia' conosciuta e coinvolta nell'insorgenza delle crisi respiratorie.

Gli scienziati hanno quindi creato dei topi transgenici in cui le cellule delle vie respiratorie superiori erano prive di un gene, quello per la proteina STAT-6, fattore necessario alla lettura del Dna: in questi topi la somministrazione di interleuchina non era piu' in grado di provocare una risposta allergica.