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Friday, October 20, 2006

Cannabinoidi nella terapia del dolore

Pubblicato nuovo studio

A cura de Il Pensiero Scientifico Editore

La terapia del dolore nei malati cronici non oncologici è uno degli argomenti più dibattuti. Sull’ultimo numero della rivista Canadian Medical Association Journal è stata pubblicata una metanalisi il cui obiettivo principale è stato proprio di confrontare l’efficacia degli oppioidi sul dolore cronico non oncologico rispetto ad altri tipi di trattamento. Ma non solo. La metanalisi si è proposta anche di identificare i tipi di dolore cronico non oncologico che rispondono meglio al trattamento con oppiacei e di rilevare quali sono gli effetti collaterali più comuni dopo il trattamento.

Sul trattamento con oppiacei per i malati cronici non oncologici la comunità scientifica si sta interrogando soprattutto perché si ha necessità di chiarire sia l’efficacia lenitiva di questa terapia sia gli eventuali effetti collaterali. Il trattamento con gli analgesici oppiacei è regolamentato nel caso dei malati oncologici sebbene sia applicato in maniera diversa dai diversi governi. L’OMS ha stabilito da tempo delle linee-guida per quanto concerne la terapia antalgica ma solo rispetto al dolore oncologico; ogni paese applica tali linee-guida anche in relazione alle leggi vigenti.

Secono la revisione sistematica pubblicata sul Canadian Medical Association Journal le terapie con oppiacei sono più efficaci di altre terapie farmacologiche; per contro gli effetti collaterali più comunemente registrati sono stati le disfunzioni sessuali; non sono stati registrati casi di sviluppo di dipendenza, contrariamente a quella che è la percezione di buona parte dell’opinione pubblica quando si parla di assunzione, anche se a fini terapeutici, di oppiacei.

La percezione, sia del grande pubblico che degli stessi scienziati, è molto cambiata a partire dagli anni ottanta quando sono stati individuati e caratterizzati i recettori per i cannabinoidi e, in particolare, l’esistenza di un sistema endocannabinoide. Questa scoperta ha infatti cambiato il punto di osservazione e invece di verificare gli effetti negativi dei cannabinoidi si è cercato di capire i meccanismi di base della loro azione e se queste molecole e i loro effetti potessero essere usati in maniera vantaggiosa per esempio nella terapia del dolore. A venti anni di distanza l’argomento è ancora molto dibattuto soprattutto perché, oltre a dover accumulare evidenze scientifiche sulla questione, in molti casi il cambio di prospettiva avvenuto nella ricerca non è stato corrisposto, almeno non ovunque, da un cambio nella stessa direzione della società.

Fonte: Furlan Ad et al. Opioids for chronic noncancer pain: a meta-analysis of effectiveness and side effects. CMAJ 2006;174:1589-94.


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